Parte della mia Tesi fatta insieme a care amiche....
Ho voluto mettere insieme tutto quello che avevo appreso durante questo anno di corso, perché quello che ho imparato mi è piaciuto e ho sentito il desiderio, con queste nuove conoscenze di realizzare un vero progetto da proporre alle scuole, dal nome: “Piccolo Yoga per Crescere”. (visto che era richiesto di fare un progetto).
Sono stati introdotti esercizi di asana, pranayama, concentrazione, rilassamento, yoga nidra e tanti giochi per esprimere la creatività attraverso la musica, la danza, il disegno, la rappresentazione teatrale, il divertimento.
Gli esercizi inseriti nelle lezioni, anche se ludici, hanno lo scopo di sviluppare la concentrazione, la presenza mentale del qui ed ora, la memoria, la consapevolezza del respiro, dello schema corporeo e delle proprie emozioni.
Attraverso il Master AYIB ho appreso che il messaggio di Patanjali sullo Yoga è uguale sia per i bambini che per gli adulti:
YAMA: la non violenza (AHIMSA); la verità (SATYA); l’onestà (ASTEYA); la purezza di mente (BRAMACHARYA); il non attaccamento attraverso il controllo dell’avidità e dell’egoismo (APARIGRAHA).
NYAMA: la purezza interiore (SAUCHA); la serenità mentale, il sapersi accontentare (SANTOSHA); una vita disciplinata, la forza di volontà (TAPAS); lo studio di sé e l’autoconsapevolezza (SWADHIYAYA); imparare ad interpretare la voce della realtà interiore e l’abbandono alla volontà divina (ISHWARA PRANIDHANA).
L’insegnamento dei valori di Yama e Nyama è proposto ai bambini attraverso le asana, la musica, il disegno, la creatività e soprattutto attraverso i GIOCHI, con l’obiettivo di infondere in loro questi sani principi che lo Yoga porta con sé da secoli.
Patanjali codificò il primo sistema dello yoga chiamato “ottuplice sentiero” che comprende: yama (restrizioni), niyama (le osservanze), asana (posture fisiche), pranayama (tecniche di respirazione per l’espansione dell’energia vitale), pratyahara (ritiro dei sensi), dharana (concentrazione), dhyana (meditazione), e samadhi (unione della coscienza individuale con quella universale).
La filosofia yoga “a gradini” di Patanjali è semplice: dopo aver sviluppato yama e niyama, si inizia ad armonizzare con le asana il corpo fisico, in quanto è un punto di partenza familiare per tutti. Poi attraverso gli esercizi di pranayama e di dharana si rivolge al livello mentale e a quello emozionale, per sviluppare l’uomo interiore e ristabilire l’equilibrio dell’ energia, della forza e della salute nel corpo e rendere la mente stabile e serena. Le asana lavorano sul campo energetico, sciolgono e sbloccano le energie nel corpo e le tensioni muscolari, armonizzano il sistema endocrino, purificano i canali energetici (Nadi). Anche il Pranayama, come le asana, va ad agire sull’ipotalamo riducendo tensioni mentali, psicologiche ed emozionali.
La parola Yoga significa “unità”, “unicità” e deriva dalla parola sanscrita “yuj” che significa “unire”. In termini spirituali indica l’unione tra la coscienza individuale e quella universale; a livello pranico indica un mezzo per armonizzare corpo, mente ed emozioni. Come sosteneva Paramahansa Shivananda “Yoga è integrazione tra testa, cuore e mano”.
In questo corpo fisico vi sono due forme di energia. Una è conosciuta come energia mentale, MANAS SHAKTI, che passa attraverso IDA (collegata all’energia lunare, e al sistema parasimpatico) ed influenza l’emisfero destro del cervello; l’altra è conosciuta come energia vitale (pranica), PRANA SHAKTI, che passa attraverso PINGALA (collegata all’energia solare e al sistema simpatico) ed influenza l’emisfero sinistro. Quando queste due energie sono equilibrate, i due emisferi cerebrali sono bilanciati e vi è stabilità nella mente e nelle emozioni.
Gli esercizi di yoga inseriti in questo progetto hanno dunque l’obiettivo di andare a riequilibrare queste due energie.
Quando c’è un eccesso di energia mentale (manas shakti) e una carenza di prana (prana shakti), il bambino, ad esempio, soffre di eccessiva timidezza, isolamento, depressione, ansietà e letargia. Non riesce a trasformare l’energia mentale in creatività…
Al contrario, se il bambino presenta un eccesso di prana shakti, energia pranica, non saprà controllare la sua energia e combinerà un sacco di disastri. Si tratta, in questo caso, di bambini iperattivi che hanno difficoltà di attenzione e dunque di apprendimento…
L’inserimento nelle scuole dello yoga nelle ore di didattica permette, pertanto, ai bambini di stimolare in modo equilibrato i due emisferi del cervello, di fare movimento, divertirsi e contemporaneamente rilassarsi migliorando e stimolando così le loro facoltà mentali e di apprendimento; si sviluppa e si armonizza la loro personalità equilibrando le loro emozioni consce, subconsce e inconsce. Rilassando le tensioni muscolari, si rilassa la mente e le tensioni emotive.
Lo yoga può dunque aiutare il bambino a canalizzare la sua energia e le sue emozioni, stimolando la creatività, l’intuizione e le facoltà cognitive.
In classe i bambini sono abituati ad utilizzare prevalentemente la parte superiore del corpo (l’unica visibile quando si è seduti al banco) per comunicare con i compagni e con l’insegnante (attraverso, il viso, le mani, le braccia). La parte inferiore del corpo è come se fosse inesistente. Attraverso le lezioni di yoga, permettiamo al bambino di esprimersi attraverso tutto il suo corpo; riossigenando il corpo, andiamo a riossigenare il cervello e a potenziare le facoltà mentali di apprendimento e di memorizzazione.
Come filo conduttore delle nostre lezioni abbiamo pensato di utilizzare gli ORGANI DI SENSO, collegandoli ai relativi CHAKRA, agli ELEMENTI e alle EMOZIONI secondo gli insegnamenti della scuola Satyananda, Bihar School of Yoga, India.
Lo yoga insegna che tutti i sensi devono essere coinvolti nella fase di apprendimento. Il nostro sistema scolastico sviluppa prevalentemente il senso della vista e dell’udito. I bambini devono guardare la lavagna, leggere, ascoltare l’insegnante che parla etc…Indubbiamente questi due sensi sono molto importanti, ma che dire degli altri sensi - olfatto, gusto, tatto, propriocezione e senso dell’equilibrio - che sembrano scomparsi nelle classi? (ricordo che ero nel 2011/2012 quando scrissi questo)
Nello yoga il processo di visualizzazione è un aspetto di pratyahara (dal sanscrito “pratyaha”: seme, impressione; “ahara”: alimentare. Dunque significa alimentare le impressioni della mente per poi arrivare ad allontanarle, a distaccarcene).
Il metodo Satyananda sottolinea che non è indicato per i bambini introvertire i sensi. E’ invece molto importante insegnare al bambino ad espandere tutti i suoi sensi per conoscere il mondo circostante e fare esperienza. Per potenziare la fase cognitiva e di apprendimento del bambino in età pre-scolare e scolare è necessario dunque coinvolgere tutti i sensi.
Lo yoga insegna che solo conoscendo i limiti dei nostri sensi possiamo un giorno arrivare a superarli per conoscere la vera realtà. Solo esteriorizzando prima la consapevolezza si può interiorizzarla in un secondo tempo…
Da un punto di vista yogico, la consapevolezza è energia e allo stesso tempo uno stato dell’essere e del divenire. Quando nasciamo la nostra coscienza è pura, non è influenzata dall’ambiente esterno. Questa pura consapevolezza resta tale fino all’età di otto anni ed è come una spugna: assorbe tutto, assorbe ogni tipo di informazione attraverso i sensi, l’intelletto e stimoli di natura emozionale! Fino all’età di otto anni l’apprendimento è ancora di tipo intuitivo (non sequenziale, non lineare); quando iniziamo il nostro percorso scolastico avviene un cambiamento nella nostra consapevolezza e il nostro apprendimento diventa di tipo sequenziale e lineare.
Le tecniche di concentrazione (dharana) inserite nelle lezioni mirano a sviluppare la concentrazione della mente, canalizzare le energie e armonizzare la psiche.
Gli esercizi di rilassamento e di yoga nidra hanno lo scopo di far circolare l’energia rinnovata e il sangue riossigenato in tutto il corpo e nella mente, al fine di rilassare eventuali tensioni muscolari, mentali ed emozionali del bambino.
Sono consapevole che si tratta di una linea guida, essere pronta quando andrò ad insegnare nelle scuole, mi adatterò di volta in volta alle varie situazioni e avrò la sensibilità di modificare la lezione quando si presenterà l’occasione.
A distanza di anni tante competenze ho appreso da questi meravigliosi educatori: i bambini
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