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Immagine del redattoreSilvia Mannella

Gioia di essere sé stessi



Quando un bambino nasce è assolutamente "in sé stesso" è un bambino e non prova a essere qualcos'altro che un bambino; ma molto velocemente comincia a capire che se è

" buono" sarà amato.

A volte sono i genitori stessi che davanti al bambino dicono : " ho proprio un bravo bambino" " non piange mai" " non fa i capricci" ecc...

e il bambino già capisce che per "essere un bravo bambino" non deve chiedere, non deve disturbare. Capisce che in questo modo lui verrà amato.

Ma anche un bambino cresce e come tutti gli esseri umani vivrà delle emozioni e quando vive le emozioni che cosa gli viene detto : "così non ci si comporta, ""non è carino"...

già il bambino capirà " se sono me stesso, se esprimo i miei bisogni, posso fare arrabbiare la mamma o il papà" si sente colpevole e così deve provare a essere quello che gli altri si aspettano da lui.

Ai nostri bambini diciamo sempre quello che più vogliamo , che " siano bravi" " che devono essere bravi bimbi" ma dov'è che inizia questo? e dove si ferma? Essere bravi ,dove comincia e dove finisce?


Allora per far piacere ai genitori provano ad essere bravi ..." se fai il bravo, Babbo Natale ti porta i regali! " e fino a Natale si è bravi perchè se non lo si è chissà cosa succederà.

Allora il bambino capirà che se risponde e fa quello che gli altri si aspettano da lui, esso Sarà Amato . Ma egli vive delle situazioni che possono far si che questo "essere bravi e buoni" non sempre è possibile mantenerlo, perché scatenano delle emozioni/reazioni che i genitori contesteranno... "non è bello che ti comporti così" " non è carino " e ancora" volevi questo e te l'ho preso" " volevi quest'altro e te l'ho comprato" " e ancora non sei bravo con me? " " non sei capace di essere più bravo di così?"

Allora il bambino si sente colpevole, perchè non è un bravo bambino e ricomincia ad essere come lo vogliono.

Però a volte non ce l'ha fa e "scoppia" ( magari è aggressivo) "perché si comporta così?" si chiedono i genitori! se fino a ieri era bravo? (eri bravo?) cosa c'è che non va?


Perchè, in quei momenti i bambini vogliono anche dire :

"Ma amami così, come sono. Smetti di chiedermi di essere perfetto, amami come sono".


E il ciclo ricomincia perchè dopo l'esplosione di rabbia egli , si ri-sente in colpa. si sente che non è un bravo bambino e potrebbe passare un messaggio " per essere amati bisogna essere perfetti"

E' importante imparare a provare e a comunicare sincera accettazione dei nostri bambini, specialmente dei loro sentimenti che a volte possono guidarli nel comportarsi in modo per noi inaccettabile.

Quando questo succede, lo possiamo anche comunicare a loro, insieme però, alla nostra accettazione dell'emozione che ha scatenato quel comportamento. E' fondamentale creare una distinzione tra i sentimenti e le azioni, ogni nostra azione è mediata da un'emozione, quello che dobbiamo imparare noi per primi e poi insegnarlo ai nostri figli è che un'emozione bassa (negativa per voi) non può giustificare qualsiasi azione verso gli altri, ma l'emozione va sempre accettata per quello che è (un'emozione !punto) E' importante che i bambini capiscano che il problema non è nei sentimenti, ma nei comportamenti. Di conseguenza il compito dei genitori è porre dei limiti agli atti, ma non alle emozioni. Questo principio acquista senso specialmente se consideriamo che non è facile per un bambino cambiare il modo di sentire riguardo una situazione particolare.

Le emozioni di un bambino che prova tristezza o rabbia o paura non cambiano solo perchè un genitore dice : " smetti di piangere" oppure " non dovresti sentirti così" in questo modo gli facciamo perdere la fiducia nei sentimenti che prova, una situazione che lo porterà a dubitare di se stesso.

Spesso le persone pensano che, se si accetta un figlio così com'è, questi non cambierà mai e che il modo più valido per aiutarlo a migliorarsi è quello di dirgli gli aspetti di lui che non sono accettabili. Di conseguenza si ricorre a piene mani al linguaggio della non accettazione, pensando sia il modo migliore per aiutare i figli.


In realtà è valido il vecchio proverbio "ripeti spesso ad un bambino che è cattivo e quasi certamente lo diventerà!"


I bambini desiderano essere buoni e bravi per i loro genitori ma se non si sentono capiti nei loro bisogni, scoppiano, non ce la fanno più a essere solo bravi e , si sentiranno colpevoli nel vedere la mamma e/o il papà tristi.

Come riuscire a gestire la situazione? come riuscire a non entrare in questo vortice?

In primis è prendere coscienza dell'atteggiamento. Nulla si può cambiare senza la consapevolezza.

Secondo è riconoscere quello che "si sente".

Terzo è l'azione trasformatrice.


Dite ai bambini che non c'è bisogno di essere perfetti affinchè vengano amati . "Io ti voglio bene così come sei" " sei un bambino e si può avere rabbia, puoi sentirti frustrato, puoi sentirti deluso, sono delle emozioni umane. Hai il diritto di vivere la tua rabbia, di esprimere ciò che senti dentro e "io" genitore sono qui che accolgo le tue emozioni".

Ma per fare questo il genitore deve concedersi di vivere le proprie emozioni. Aver imparato a farlo affinchè possa essere presente ad aiutare il proprio bambino ad esprimere i suoi bisogni, a esprimere se stesso.


Provate a dire ! Amare senza nessuna condizione! Amare così come sei (bimbo mio), con la tua forza, con i tuoi limiti, con le tue debolezze perchè tutti gli esseri su questa Terra hanno delle forze e hanno tutti dei limiti e hanno tutti delle debolezze! E sono tutti degni di essere amati. Non devi far niente di speciale per farti voler bene..

Cosa sentite? cosa pensate? cosa smuove dentro di voi? cosa riemerge della vostra infanzia?...


Alla luce di quanto avete letto fino ad ora ci si può rendere conto di quanto sia importante che noi adulti impariamo a conoscerci bene, a capire quali emozioni muovono le nostre azioni, ad essere consapevoli, perchè tutto questo influisce in modo determinante nel nostro essere adulti e nei ruoli che rivestiamo.

Sta a Voi , cari genitori a noi educatori e a chiunque si prende la responsabilità di educare in una società far emergere l'originalità di Essere sè stessi.

Namastè Silvia M.





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